Trattare tematiche quali la premorienza non è facile né piacevole. Ma è importante affrontare con maturità e senso di responsabilità anche gli argomenti che presentano maggiori criticità, e che sono pertanto i più sensibili, soprattutto oggi che viviamo in un mondo in cui c’è sempre più precarietà.
Perché è importante pensare (e sottoscrivere) una polizza caso morte? Chi dovrebbe essere più sensibile a queste tematiche?
Ne abbiamo discusso con Giovanni Taddeo, consulente Generali Avellino Italia.
Dottor Taddeo, perché non bisogna aver paura di affrontare tematiche scomode come quelle della premorienza?
«Le ragioni per affrontare argomenti di questo tipo sono molteplici, una fra tutte quella di garantire un futuro sereno ai propri cari dopo la propria scomparsa».
A chi è utile la polizza causa morte?
«È utile, in particolar modo, per un capofamiglia, magari il maggior percettore di reddito all’interno del nucleo familiare e garantire, quindi, alle persone care una disponibilità economica immediata per affrontare situazioni complicate. Oppure chi ha sottoscritto un mutuo, in questo modo è possibile evitare che le rate ricadano sugli eredi».
E per gli imprenditori?
Sicuramente anche loro dovrebbero essere attenti a questo strumento. Per i proprietari di aziende, la cui figura è centrale, stipulare questo tipo di tutela, vuol dire garantire ai propri eredi o ai soci un capitale che servirà ad evitare il fallimento».
Le aziende possono “scaricare” i costi delle polizze?
«In ambito aziendale il premio pagato dall’azienda per la copertura assicurativa rappresenta per essa un costo ed è, quindi, interamente deducibile».
E per le persone fisiche?
«Per le persone fisiche, invece, è detraibile, ed è possibile, quindi, portare in detrazione il 19% del premio pagato. Un altro aspetto importante che non tutti conoscono è che le prestazioni liquidate ai beneficiari scelti in caso di decesso sono esenti dalle imposte sulla successione e sono escluse dall’asse ereditario».
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